Ringraziamo gli studenti ed i
docenti che ci hanno inviato il seguente articolo:
“I CUCCHIAI DELLA
SALUTE”
A Lammari, in una piccola chiesa
nota col nome di “Madonna della Tosse”, è conservato un
piccolo bassorilievo in terracotta raffigurante la
Vergine col Bambino. L’opera non può competere per
qualità con quella in marmo che lo scultore Matteo Civitali eseguì nel XV secolo e che si trova nella
Chiesa della SS. Trinità a Lucca: entrambe, tuttavia,
hanno assolto nel tempo la stessa funzione, quella di
essere due immagini miracolose per la guarigione dei
bambini affetti da tosse “cattiva”.
Riportiamo quanto un anziano
lammarese ci ha scritto su un curioso rito, oggi
pressoché dimenticato, che vedeva giungere in questa
località del Capannorese molte mamme col proprio bambino
malato affinché potesse “essere sanato da questa tosse
soffocante, sicchè cresca buono, fisicamente e
moralmente sano”, come recitava la preghiera alla SS.
Vergine.
“Il fiume Casale scorre nel
territorio del comune di Capannoni; in certi tratti è un
ruscello, Nell’Ottocento, come in ogni canale dove
scorreva l’acqua limpida, le donne lavavano i panni e i
ragazzi giocavano intorno. C’era una filastrocca che
questi cantavano ogni volta e si fermavano a bere
quest’acqua: “Acqua pendente ci beve il serpente, ci
beve anche Dio ci posso bere anch’io”.
Con gli anni si fece forte la
credenza che l’acqua di questo fiumiciattolo, bevuta dai
bambini sotto un ponticello chiamato Ponte alla posta li
facesse guarire da una tosse chiamata bubbolina.
In segno di ringraziamento per la guarigione, ogni madre
lasciava il cucchiaio usato vicino a un’immagine della
Madonna costruita dagli abitanti dove le famiglie
scendevano a bere. C’erano cucchiai poveri di legno,
altri in alluminio, alcuni in ferro battuto e pochi
d’argento.
C’era un rito che doveva seguire
chi beveva l’acqua: se veniva da una strada, quella del
ritorno non doveva essere la stessa, così tutti dovevano
in qualche modo passare dal ponticello. Si racconta che
oltre la povera gente, che veniva a piedi da molto
lontano, arrivavano anche nobili signore in carrozza
addirittura da Firenze, portando i loro bambini. Tutti
venivano guariti miracolosamente.
Durante la seconda guerra mondiale
anche in questa zona arrivarono i tedeschi. La gente del
posto, saputa l’intenzione dei nazisti di far saltare il
ponte, decise di salvare l’immagine della Vergine col
Bambino. Un certo Tosi con lo scalpello smurò il
bassorilievo e lo portò a casa sua. Il ponte fu
bombardato e per molto tempo nessuno poté passare di lì;
solo a guerra finita gli abitanti provvidero a
ricostruire il ponte. Gli uomini del luogo, pian piano,
con i ciottoli del fiume, edificarono una piccola chiesa
sul terreno di proprietà di una famiglia che aveva una
bottega poco distante e che accettò di sostenere le
spese necessarie per la costruzione. Ci fu anche il
progetto di dare anche il campanile ma i lavori non sono
mai iniziati: a terra rimane ancora la campana.
Terminati la costruzione, gli
abitanti e la popolazione dei paesi vicini fecero una
processione e riportarono l’immagine miracolosa
sull’altare. In un angolo dell’edificio ci sono ancora
tre stecche di legno con i cucchiai inchiodati lasciati
in segno di fede”.
Il lavoro è stato realizzato
dagli alunni : M. Colombani, P. Werewka, M.
Lucido , A. Tronchetti, A. Francone, P. Pieretti,
S. Solbani della classe IV G
Grafico-Pubblicitario; i docenti coinvolti sono il
prof. Claudio Casini (Storia dell’Arte) e il
prof. Carlo Bertacca (Tecnica Fotografica).
Un ringraziamento speciale va a
don Giovanni Romano e Lommori Guido
Da un lettore
attento riceviamo:
Nell'
articolo si parla di un campanile mai
realizzato: è vero, ma le campane non giacciono
più a terra, bensì in un
mini-campanile (visibile anche nella foto
iniziale) sul tetto della chiesa, in fondo a
destra (lavori fatti qualche anno
fa con le offerte dei fedeli)
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