San Pietro a Marcigliano
(Capannori -LU) si trova sul fianco meridionale dell’altipiano delle
Pizzorne. Deve il suo nome ad un vecchio casale
denominato Marcigliano o Marcilliano di Segromigno di cui si ha notizia
già nel 823 e nel 909. Il nome deriva da Marcilianum (gens
romana Marcilia?) In quel periodo era presente anche una chiesa,
situata probabilmente in loc. Francino, da dove si poteva vedere San Quirico in Petroio e Sant'Andrea in Caprile.
In un documento del XVI° secolo viene denominato "S.Piero
a Marciliano".
La chiesa, in buona posizione panoramica,
è situata in una zona coltivata ad ulivi e viti; in passato faceva
parte del piviere della vicina chiesa di Segromigno (Estimo del 1260)
La chiesa, a navata unica, è stata
costruita in pietra di Matraia intorno al XII° o nella prima metà del
XIII° secolo; ha subito, in
seguito ed in particolare nel sec. XVII° significative modifiche, come la
costruzione del portico e l'intonacatura interna. Il portico era
sorretto da 4 colonne, due a base quadrata poste agli estremi e le altre
a base circolare. La struttura dell'abside è particolare in quanto oltre
ad un primo tetto coperto con lavagna è stato costruito un secondo tetto
sorretto da colonne.
La tipologia costruttiva ci ricorda la
chiesa di Sant'Andrea in Caprile e San Leonardo in Treponzio, anche se quest’ultima è databile ad
un periodo precedente. La chiesa di San Pietro ha un campanile che
si innalza sopra un arco alto quasi come la facciata, la parte superiore
è stata però ricostruita nell'anno 1843. La facciata aveva, al posto del
rosone tamponato, una bifora come nella chiesa di Sant'Andrea in
Caprile.
Nel XV secolo la parrocchia di San Pietro si unì a
quella di Sant'Andrea in Caprile, il parroco risiedeva a Sant'Andrea e
il cappellano a San Pietro.
La chiesa di San Pietro torna ad essere
parrocchiale nel 1792, grazie all'aumento di dote fatto dai marchesi Mazzarosa che
ne detenevano il patronato. I Mazzarosa dotarono la chiesa di nuovi
arredi e acquisirono il diritto di nominare il parroco.
Oggi, la chiesa presenta crepe ben visibili e non è
più aperta al culto né visitabile internamente
per motivi di sicurezza, nonostante
siano stati fatti importanti lavori di consolidamento sul sottostante
muro di sostegno.
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