Simboli e
decorazioni nel Medioevo a Lucca e in Toscana
Drago o dragone
a cura di Piero Tambellini |
Premessa:
il drago viene in genere
definito un animale immaginario o fantasioso, ma chissà se quel tipo di
drago con due zampe, due ali e che vediamo rappresentato in
molte chiese romaniche non sia realmente esistito.
In oriente prevale una concezione del drago come creatura benefica e in Cina, per esempio, è simbolo di regalità e potenza.
Questa ricerca si limita però alla individuazione delle raffigurazioni nelle chiese romaniche di Lucca e parte dellaToscana, e al loro significato simbolico.
Ho trovato e letto tre "Bestiari" sul drago. Hanno cambiato l'immagine che mi ero fatta: non più un animale che sbrana e sputa fuoco, ma uno che usa come
arma la coda e soprattutto la lingua con la quale,
leccando, cede lentamente il veleno letale.
Il
drago lo troviamo rappresentato nell'atto di leccare un orecchio, mentre
esce balla bocca di una persona, quando lotta con un animale antagonista e quando si fronteggia o spalleggia con un
altro drago.
L'immagine
del drago veniva usata, in modo allegorico, per indicare l'attenzione
nella scelta delle persone a cui rivelare i segreti e soprattutto la
diffidenza che è bene avere nei confronti degli adulatori. Aveva anche
lo scopo di tenere a distanza gli eretici e quanti criticavano
l'operato della Chiesa.
- "Bestiaire d'amours" di Richart De Fornival
(nato il 1201 e morto nel 1260 circa): (..Car li draghons
ne mourt nullui, mais il envenime al lechier de sa langue.
Et tout ausi font aucune gent: car ausi ligierement com il
ont oi de vous, ausi ligierement le font il a autrui oir.) traduzione: Il drago infatti
non morde nessuno, ma avvelena leccando con la lingua. E così fanno
taluni:con la stessa leggerezza con cui vi hanno sentito parlare,
parlano ad altri di voi.
- "Bestiario moralizzato" detto anche "Bestiario di
Gubbio" del sec. XIII° o XIV° : (.. Odo ke lo dragone non
mordesce: sotrae dolcemente e va lechando, e per quello
lecare omo perescie, k'a poco a poco lo va envenennando).
- L' "Acerba" di Francesco Stabili di Ascoli (metà del XIII° sec.):
.."più
colla coda noce che co' denti....Li piedi del leofante 'l
drago anoda colla sua coda, e combattendo stride fin che la
vita dal cor li disnoda. Ma 'l leofante, sopra 'l drago cade, sì
che, morendo, 'l suo nimico uccide;..."
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foto n°1 Chiesa di San Michele (LU)
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LUCCA
Chiesa di San Michele (LU)
Nella foto n°1 si nota la statua di San Michele Arcangelo, posta sulla cuspide della facciata, mentre infila una
lancia nella gola (lingua) del drago. Lo stesso gesto è rappresentato nell'architrave dell'ingresso principale (foto n°2).
Nella foto n°3 i
due draghi si voltano le spalle ma girano la testa per guardarsi, per
confermare la loro complicità e le code intrecciate sono il simbolo
della loro unità nel perseguire il medesimo scopo.
Nella foto n°4 pare
di assistere ad un dialogo tra i due draghi. Quello di sinistra sembra
mordicchiare la coda dell'altro per far si che non indugi nel
perseguire la propria opera. |
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foto n°2 Particolare dell'architrave
dell'ingresso principale
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foto n°3 Bassorilievo in facciata
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foto n°4 Bassorilievo in facciata |
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Cattedrale di San Martino (LU)

foto n°5 |
Nella foto n°5 troviamo,
nella parte inferiore di una mensola posta sulla facciata, due draghi
in posizione verticale con le code intrecciate, le zampe che si toccano
e le lingue fuori dalla bocca.
A differenza di altri, ad esempio nelle foto 3 o 7, non hanno il pinzo e questo fa supporre all'esistenza di draghi maschili e femminili.
Le code dei draghi presentano, in genere, uno o due arrotolamenti, sia che si sviluppino in senso orizzontale o verticale.
Nella foto n°8 i due draghi disegnano con la coda un otto orizzontale simbolo dell'infinito.
Nelle foto n°9 e 10 vediamo due draghi uscire dalla bocca di un uomo.
Nella n°9 i draghi sono rivolti all'esterno e indicano che sono simili agli uomini adulatori, pettegoli e seminatori di zizzania.
Nella n°10 i draghi sono rivolti verso la testa dell'uomo per indicare che quanto esce dalla bocca di quest'ultimo si potrebbe ritorcere contro.
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foto n°6 |
foto n°7 |
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foto n°8 |
foto n°9 |
foto n°10 |
Chiesa di San Cristoforo (LU)
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foto n°11
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Chiesa di San Iacopo (Altopascio-LU)

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Nella foto a sinistra:
Chiesa San Jacopo (Altopascio - LU )
Dragone
con la coda che ricorda il segno del "Tau".
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foto n°12 |
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Chiesa di Santa Maria Forisportam (LU)
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Nella foto
a sinistra i draghi
rivolti all'esterno indicano che sono simili agli uomini
adulatori, pettegoli e seminatori di zizzania, mentre quelli rivolti verso le orecchie dell'uomo indicano che quanto esce dalla bocca di quest'ultimo si potrebbe ritorcere contro.
Il
dragone descritto nei bestiari medioevali: un essere
che non morde ma lecca dolcemente cedendo a poco a poco il
veleno.
Messaggio: fate attenzione a non usare e a chi
usa belle e lusinghiere parole perché potrebbero
farvi del male.
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foto n°13
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Chiesa di San Giusto
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Particolare della chiesa di San Giusto (LU).
I draghi con la cresta sembrano cuccioli.
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foto n°14
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Chiesa di Piazza di Brancoli (LU)
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Dalla bocca di
un animale (cane?) esce un intreccio
di tre fili;
da quella del drago (a destra) un tralcio vegetale
intrecciato.
Particolare del portale della chiesa di Piazza di Brancoli (LU)
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foto n°15
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Chiesa di San Michele (Castiglione Garfagnana-LU)
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A differenza degli altri draghi questo non presenta la coda
attorcigliata e non osa tennere la bocca aperta trovandosi di
fronte la Croce
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foto n°16 |
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PISTOIA
PISA
Duomo e torre
foto n°20
foto n°21
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Le foto n°20 e 21 sono particolari del cornicione in facciata del Duomo di Pisa.
Nella foto n°20 si vedono
chiaramente due draghi mentre stanno leccando le orecchie a un uomo. Lo
scultore dell'epoca evidenziò bene il concetto dotando l'uomo di due
belle orecchie a "sventola".
Nella foto n°21 che riprende un particolare del cornicione del Duomo di Pisa si nota un drago lecca l'orecchio al medesimo uomo barbuto.
Nella foto n°22 il drago fronteggia un toro e un orso cerca di trattenerlo tenendo ferma la coda che rappresenta una delle armi più temibili.

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foto n°22 Particolare della Torre
pendente |
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foto n°22/a Particolare della Torre
pendente |
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foto n°22/b Particolare della facciata del Duomo
Nella foto n°22/b due uomini nudi affrontano i draghi.
I draghi temono gli uomini nudi. |
Chiesa di Santa Maria a Monte (PI)
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SIENA |
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Pieve di Corsignano (SI)
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foto n°27 |
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Nella foto n°27 un dragone lecca l'orecchio a una sirena che tiene nelle mani oggetto
che non ho identificato ma probabilmente nella mano destra tiene un
oggetto per colpire il pesce afferrato dalla mano sinistra. In questo
caso rappresenta il male in quanto prende il pesce (uomo) non per
salvarlo ma per ucciderlo (per condurlo alla dannazione).
Nella foto n°28 una donna tiene a distanza l' altra (in questo caso una probabile
pettegola) e un dragone (si nota molto bene la lingua che
lecca l'orecchio).
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foto n°28 |
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Animali antagonisti
Leggendo
i "Bestiari" ho trovato come animali antagonisti l'elefante e la
colomba, nella mia ricerca fotografica non ho trovato l'elefante ma
oltre la colomba (foto n°38) altri animali come l'orso (foto n°35 e n°36), il grifone (foto n°37)e il leone (foto n°34) . L' elefante lo troviamo ne l'"Acerba:..Li piedi del leofante 'l
drago anoda colla sua coda, e combattendo stride fin che la
vita dal cor li disnoda. Ma 'l leofante, sopra 'l drago cade, sì
che, morendo, 'l suo nimico uccide;..."-
Quindi nella lotta con l'elefante non ci sono vincitori perchè sono destinati a morire entrambi.
Dal "Bestiaire d'amours" di Richart De Fornival: ...Chi
volesse proteggersi da questo drago dovrebbe agire come l'elefante.
Giacchè la natura dell'elefante è di non temere alcun animale a
eccezione del drago. Ma fra questi animali vi è un odio naturale, tanto
che quando la femmina dell'elefante deve partorire va a farlo nelle
acque dell' Eufrate, un fiume dell'India, perchè il drago ha una natura
così ardente che non può sopportare l'acqua; e se potesse raggiungere i
piccoli, li leccherebbe e li avvelenerebbe...."
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foto n°34 chiesa di Sant'Andrea (PT)
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foto n°35 chiesa di
San Michele (LU) |
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Nella foto a sinistra:il drago e un'orsa che allatta si affrontano.
Pieve di Sant'Ippolito e Cassiano
San Casciano (Cascina-PI)
Nella foto a destra un grifone, simbolo di protezione, tiene a bada il drago.
Cattedrale San Martino (LU) |
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foto n°36
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foto n°37
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Tratto dal "Fisiologo" latino:
In India esiste un albero chiamato "ambidestro" e in greco "peredixion"
molto amato dalle colombe, perchè si ristorano coi loro dolci frutti,
ma sopratutto per trovare riparo dal loro nemico drago.Il drago infatti
non può avvicinarsi a tale albero e addirittura nemmeno alla sua ombra.
Le colombe quando si trovano fuori dal peredixion o dalla sua ombra vengono afferate dagli artigli del drago per essere divorate.
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foto n°38
Barga (LU) |
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aggiornato il 27/12/2017
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